L’intervista di Amato e Powell seccato…:
1)I morti civili sono oggi tra i 1158 e i 1411.
L’ Iraq Body Count ha ricevuto oggi una “gloriosa” finestra di celebrità (purtroppo…perchè non è un bel motivo per diventare famosi…): è stato citato, addirittura con foto didattica e dimostrativa, a pagina 11 di “Repubblica”, in un riquadro dove stava scritto: “L’ Iraq Body Count aggiorna ogni giorno il numero di vittime civili in base alle notizie date dai media arabi e occidentali. Ieri la stima ipotizzava tra i 1139 e i 1375 civili uccisi“.
Il punto uno di ogni santo giorno su voice of vengeance ha ricevuto la sua dose di importanza…
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2)E ora vengo all’intervista rilasciata da Giuliano Amato a “Repubblica”, e pubblicata mercoledì 9 aprile. Non mi sono assolutamente piaciute alcune cose scritte dall’ex premier, soprattutto quando, alla domanda di Massimo Giannini che gli chiedeva qual’era il modo per la sinistra italiana di uscire dall’estremismo ideologico, Amato risponde con queste parole: “Rendendosi conto che questi problemi si possono affrontare solo con azioni di dimensione europea concertate con gli Stati uniti“.
E già qui, se per azioni concertate con gli Stati uniti si intende, come al solito, seguirli in ogni loro azione, alora tradotto in parole povere significa: andiamo a bombardare anche noi insieme a loro….detto da un autorevole esponente di quella sinistra-riformista che si vorrebbe creare in Italia, fa un certo effetto, anche perchè l’obiettivo di diventare come i democratici americani o come Blair non lo trovo sinceramente un grande passo in avanti, nè per il paese, nè tantomeno per la sinistra, figuriamoci per battere Berlusconi. La gente, tra due modelli simili, sceglie quello “originale”…
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Ma poi Amato va avanti, e arriva la parte che meno è piaciuta al sottoscritto (per rimanere tra parole educate): “Siamo noi la parte più ricca del mondo. Siamo noi che condividiamo storicamente quei valori di cui, sia pure in termini integrati con altre culture, il mondo ha bisogno“.
Non ci siamo proprio, o almeno io non condivido assolutamente l’idea, antropologicamente orribile, per cui “tutto il mondo deve essere come noi”, “tutti devono condividere gli stessi valori” e bla bla bla. Il fatto che queste teorie e questi tentativi di esportazione di un modello “occidentale” vengano soprattutto dagli Stati uniti, e nella maggior parte dei casi tramite guerre e imposizioni, non fa che aggravare la situescion. Non vorrei un mondo tutto uguale, con gli stessi valori, le stesse usanze e gli stessi obiettivi, tutto qui. E vedo molta strumentalizzazione nelle parole di chi dice “esportiamo la democrazia in tutto il mondo”. Ci sono tribù e popoli diversissimi da noi, che non hanno mai nemmeno sentito parlare di cosa sia la democrazia, che vivono pacificamente e in assoluta armonia con se stessi e con gli altri. Non vedo perchè si debba per forza fargli cambiare idea.
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3) Ho quasi finito il libro della Mazzuccato, e quindi a breve magari vi dirò cosa ne penso, come l’ho trovato, anche se una piccola anticipazione non la nego: l’ho vissuto molto come un esercizio stilistico piuttosto che come un interessante strumento per approfondire il tema del blog e del suo uso. Poi è un pò troppo “da chiacchera”, non so esattamente se queste siano le mie impresisoni a caldo, e che magari sarebbe meglio darci una seconda occhiata, ma certe parti con dichiarazioni a favore/contro ad altri bloggers mi sono sembrate abbastanza “da cortile”, o da bar, se preferite…
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4) In conclusione, volevo commentare e segnalare due diverse notizie e avvenimenti che ho trovato sul giornale di oggi, veramente interessanti: il primo riguarda ai commenti e alle dichiarazioni che ci sono state nel mondo sulla “fine della guerra”. La prima viene da Colin Powell, che smentando le frasi di Blair e Bush che parlavano di un “ruolo vitale” delle Nazioni Unite per il futuro dell’Iraq, spiega candidamente: “Il ruolo dell’Onu non sarà centrale nella ricostruzione del sopo-Saddam“. Tanto per dire: levatevi dai marones voi cocones.E a Kofi Annan che invitava gli Stati Uniti e i loro alleati a far riprendere le ispezioni sospese per la guerra, l’amministrazione Bush ha mandato a dire che intende condurre in proprio gli accertamenti. Chissà cosa troveranno…e chissà perchè non vogliono gli ispettori, eh!!
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Poi ancora Colin Powell ha spiegato seccato al Los Angeles Times: “L’idea di alcuni miei colleghi, che, ora che l’Iraq è liberato, molte grazie, fatevi da parte e il Consiglio di Sicurezza si assume la responsabilità di tutto, non è corretta. E loro lo sanno.” Chiuso lì, zitti e mosca, riga, boni altrimenti tocca a voi, come si è già iniziato a far capire alla Siria e Iran che “armi di distruzione di massa non sono nel loro interesse”. Come direbbe il Laricchia: uomo avvisato, mezzo salvato. Forse.