Il Vanity Fair musicale:

Non so perchè, ma in fondo penso proprio per curiosità (o per manie di collezionismo da primo numero), ho comprato (i 2.90 euro forse più buttati nel cesso della mia vita) Rolling Stone versione italiana, definito anche “la Bibbia del rock&roll style“….(da loro stessi, però).

Allora, a parte i quintali di pubblicità a livelli altissimi e un riquadretto di segnalazioni di ogni – dico ogni – vestito presente su ogni pagina (i pantaloni sono di Dolce & Voltagabbana, la maglietta è di Diesel-Common Rail ecc..), a me il tutto è sembrato il tentativo neanche troppo ben riuscito di imitare al meglio la versione italiana di Vanity Fair, uscita recentemente. In pratica a Rolling Stone devono aver fatto questo semplice ragionamento: beh, alla gente che gli frega di Eminem e della sua musica? Risposta unanime: un emerito cazzo di niente (il “cazzo non è gratuito, ricostruisco i dialoghi della redazione di Rolling Stone come fanno quelli di “Repubblica” con i dialoghi dei politici). Gli frega soprattutto come si veste Eminem, e se il modo baggy di vestire hip-hop va di moda oppure no, con chi esce e con chi va a letto, quante macchine e piscine e ville ha, e soprattutto se picchia o stupra qualcuno/a.

Bene, e allora eccovi la rivista che fa per voi, una specie di Novella2000 musicale, con qualche perla di decenza, ma con molti picchi di indecorosa bassezza. Li volete? Eccoli: primo, il classico servizio, che non manca mai nei numeri di apertura, su Sid Vicious (pag. 66), che ci fa tanto sembrare un pò “punk”, che dicono che vada tanto in questa collezione. secondo: mega servizi su quanto sia nuda Britney Spears (pag.36) (che poi devo ancora capire perchè lei non si può spogliare e le altre sì…), su chi darà la prossima lingua in bocca a Madonna (pag.43), sulle magliette che fanno vedere meglio le poppe (pag.48), sulla “Fenomenologia delle sue poppe” (pag.82, riferito a Angelina Jolie, un pezzo impegnato…), un bel servizio con due nudi integrali su LA groupie (non ho mai capito perchè le prostitute le chiamino “puttane”, “troie” o “baldracche” e quelle che vanno con i cantanti “groupie” e sono delle dee…forse la differenza sta nei soldi, non so…), Babe Buell (pag.96-100), vari set fotografici modello “siamo sboccati, ma di quelli fighi” (pag.148-167).

A pag. 135 troviamo lo sdoganamento di pillole di ogni genere (dall’ecstasy all’aspirina), mentre a pag. 108-109 c’è la vera foto che rende perfettamente l’idea di quale sia la vera vita di Bono Vox-li-salvo-tutti-io-i-poveri-del-mondo: disteso in una bella vasca Jacuzzi, con spumante e schiuma annessa. Alla facciazza vostra. Poi, Rolling Stone avrà tutti i suoi lati positivi, lo so, ma non mi ha sinceramente impressionato in positivo. Si è notato? La cosa ancora meno positiva di tutto il discorso è che grazie a questo post io guadagnerò centinaia di accessi grazie a tutta quella marea di gente che in Rete cerca proprio le parole che ho scritto sopra: poppe, lingue, put…e tutto il resto. Berners-Lee non l’ha inventato per questo l’ipertesto….o no?

Hacker Logo:

Il logo che da oggi vedete anche accanto al titolo di questo weblog è un’idea, che io trovo assolutamente legittima ed utile/inutile al tempo stesso, di Eric Raymond, hacker, autore, insieme ad altri, del famoso “Jargon File” che viene considerata una vera e propria enciclopedia del movimento hacker.

Perchè legittima? Perchè, come dice giustamente Raymond, è assurdo che ogni movimento più o meno comunitario all’interno della rete, a livello di software libero (Gnu) o di open source (Linux, BSD, Perl, OSI ecc.), abbia un proprio logo che li identifica anche verso l’esterno, mentre la comunità hacker no.

Perchè inutile? Perchè da questo punto di vista sono più vicino alla posizione di chi crede che il continuo affibbiare dei “logo” a delle iniziative e dei progetti alla fine li possa allontanare dallo spirito originario, o comunque non portino necessariamente quel famoso “valore aggiunto” che di solito è necessario per incrementare idee e innovazioni. Allora perchè è utile costruire ed esporre un logo, e quindi perchè folle.org aderisce all’idea e allo spirito che lo sostiene? Perchè penso, come molti altri, che la cultura e l’etica hacker debbano essere in qualche modo “tutelate” e rispettate non solo per la loro importanza a livello tecnologico o infomatico, che pure è fondamentale, ma soprattutto per la loro innovazione nel campo sociale e culturale, come portatori di un nuovo modello basato sulla condivisione e sulla libertà del sapere e della conoscenza.

E sono convinto che questo modello debba essere in qualche modo difeso dagli attacchi ingiustificati dei media e delle istituzioni governative, dai quali dipendono in larghissima parte i giudizi negativi che le persone hanno nei confronti della cultura hacker. Allo stesso tempo però, come spiega bene lo stesso Raymond, l’esporre questo logo non significa essere conseguentemente hacker: “This is not quite the same thing as claiming to be a hacker yourself — that is a title of honor that generally has to be conferred by others rather than self-assumed. But by using this emblem, you express sympathy with our goals, our values, our way of living“.

Bingo!!!:

La foto che vedete qui a fianco non solo svela una cosa che tutti sotto sotto sapevano ma di cui non si avevano al momento le prove, ma soprattutto è costata il posto di lavoro ad un blogger americano, Michael Hanscom.

Microsoft spiega, con il solito tono democratico: “Good. That means that as it’s your site on your own server, you have the right to say anything you want. Unfortunately, Microsoft has the right to decide that because of what you said, you’re no longer welcome on the Microsoft campus.”

Mentre Slashdot fa notare che: “Note that this is not a free speech issue, even though the blog was hosted on a non-company server, because Microsoft is not, yet, the government. But it does present several other interesting issues, including that of the trade-off between the bad publicity that comes from the firing and whatever bad results follow when employees feel free to post such things.”

Questo evento potrebbe innescare una bella discussione non solo sugli spazi di libertà del proprio pensiero negli Stati Uniti, ma anche sul rapporto che potrebbe instaurarsi anche nel nostro paese tra chi ha un proprio blog e l’azienda-ente-società che ne dovesse leggere il contenuto e prendere provvedimenti sulla base di ciò che ha letto. Negli Stati Uniti questo rapporto ha già provocato diversi licenziamenti….

Blogger lavora per noi….:

Stamattina, come al solito, faccio per entrare in Blogger per postare e….

” Due to planned maintenance, Blogger will be unavailable for a few hours starting at 11pm (Pacific) on Wednesday, October 29. Thanks for your patience.

Ora è ripartito. Chissà cosa stavano sistemando….anche se una piccola mail nella quale segnalavano la “planned maintenance” (!! planned a chi??!!) la potevano anche inviare ai loro carissimi e affezionati “clienti”…

Cerco questo cimelio…:

Sto cercando questo preistorico orologo con calcolatrice. Anno di uscita 1981, quindi avevo all’incirca tre anni. Se qualcuno l’avesse nascosto sotto pile di materiale anni ottanta, o se ne volesse sbarazzare, mi contatti.

Sono perfettamente cosciente che ciò non prefigura un uso corretto di questo weblog, ma ho guardato sul sito della Casio, e sembra essere (ovviamente) fuori commercio, mentre viene dato già come pietra miliare dell’orologeria.

Fatevi avanti.

Le scale mobili…e la grande manutenzione delle FS:

Chi avrà visto la puntata di Report dello scorso 7 ottobre si sarà ricordato delle scene viste e delle voci ascoltate quando ieri è arrivata la notizia della tragica e assurda morte di una signora inglese avvenuta sulle scale mobili della stazione Tiburtina a Roma. Verrebbe da dire che queste cose capitano solo in Italia, ma se poi uno ci pensa bene, magari all’estero capitano cose ancora peggiori alle volte, quindi..

Nella puntata della trasmissione di Rai Tre avevamo in pratica toccato con mano il fatto che, a seguito della privatizzazione delle ferrovie statali avvenuta negli anni scorsi e alla conseguente politica di riduzione dei costi e di taglio del personale in vista di una diminuzione del disavanzo commerciale, una delle prime cose che i vertici aziendali avevano deciso di cancellare dalla loro “road map” era stata proprio la manutenzione, sia a livello dei treni, sia a livello delle infrastrutture che ne permettono il corretto funzionamento, come binari, semafori segnalatori, bocchettoni in caso di incendio, telefoni ecc. E le accuse nei confronti di tale politica suicida delle ferrovie statali erano tutte documentate, certe, non sparate a salve, con testimoni e dati sottomano.

E quindi, quando ieri al telegionale ho sentito le affermazioni di un dirigente delle Fs che affermava che “noi facciamo sistematicamente e periodicamente sia controlli sui nostri mezzi e sulle nostre strutture, e così anche la manutenzione“, sinceramente non ho potuto non ridere di sana pianta, pensando nello stesso tempo in modo amaro a quanto poco rispetto ci sia, da parte di certa gente, nei confronti della vita umana, e in particolare della signora che è rimasta uccisa.

Luther Blisset style:

Questo post di Massimo Mantellini mi ha fatto ricordare e tornare alla mente lo stile comunicativo del Luther Blisset Project.

Come molti sanno, Luther Blisset, nel senso di identità certa e definita, non è mai esistito, se non nei panni di un oscuro e tremebondo, oltre che scarsissimo, giocatore del Milan. “Luther Blisset è stato un nome multiplo, adottabile da chiunque, senza distinzioni di sorta. Le stangate organizzate da Luther crearono un black out nell’apparentemente indiscutibile concetto di verità. Se dietro ogni notizia poteva celarsi una beffa, diventava impossibile, in linea di principio, distinguere l’autentico dal suo contrario” (tratto dalla prefazione di “Giap”, a cura di Tommaso De Lorenzis)

Il “finto” libro di Mantellini, la boutade fatta oggetto, grazie alla rete e in questo caso ad un weblog, non è altro che una moderna attuazione e messa in scena (nel senso alto del termine suvvia!) delle pratiche di mascheramento utilizzate come azione sociale e contro-culturale da Luther Blisset (e altri) in passato. La differenza tra le due realtà ovviamente c’è ed è forte, ma l’obiettivo raggiunto è simile: questo libro di Mantellini sarà ricordato alla stregua del Cacao Meravigliao, con la gente che si affannava tra negozi e supermercati alla ricerca di questa polvere televisiva portentosa…

Paolini….:

Qualche volta prendo dei post anche dal mio diario-fuffa che non pubblicherò mai, e questo è uno di quelli.

Paolini è incredibile (ieri sera sono andato a vedere il suo spettacolo, “Aprile ’74 e 5”). Ti fa ricordare le piccole cose che tutti ci teniamo dentro, e sappiamo benissimo di avere con noi fin da bambini, e le inserisce in un contesto più ampio, politico, sociale, culturale, “umano”. Non so: ieri sera parlava di rugby tra le altre cose. E mentre ne parlava sapevi benissimo che per lui il rugby, quello sport, come il treno, il bar e altre mille immagini della sua terra, era un modo come un altro per trasmetterti il suo sentire, la sua “visione del mondo”, sobria, forte, comunitaria, inclusiva.

Paolini è uno di quelli che se parla di rugby si mette la maglia da rugby, come quando sei piccolo e ti metti la maglia di Falcao perchè vuoi far vedere che sei veramente un calciatore provetto, oppure quando sei un pò più grande e ti metti tutto l’armamentario da punk perchè vuoi veramente sembrare punk, anche se sai di non esserlo assolutamente.

Paolini invece si sente e si vede che a rugby ha giocato sul serio, o almeno ci ha provato, come ogni buon veneto che si rispetti, a vino e calci negli stinchi.

Boicotta Howard Dean:

Tempo fa avevo scritto un post nel quale mi complimentavo con la strategia di comunicazione del candidato presidenziale democratico (uno dei) Howard Dean, che ha incassato buona parte delle risorse necessarie per la sua campagna direttamente grazie al suo weblog.

Ma la lettura di alcuni blog e siti di guru della cultura hacker porta sempre, giorno dopo giorno, a piacevoi o meno piacevoli sorprese. Dal blog di Eric Raymond, noto hacker e sviluppatore del mondo open source, ma soprattutto conosciuto per la sua risaputa passione per le armi (basta anche solo leggere il titolo del suo blog…), vengo a conoscenza del fatto che anche il candidato mr.Dean ha una passione per le armi….e questo non va bene. “Io ooodiooo le armi”, avrebbe detto a questo punto una simpatica macchietta dei cartoni animati. E allora boicottiamo tutti insieme Howard Dean. Morale: se fossi americano mi verrebbe da ridere su chi votare….

“Microsoft, conti in frenata”:

Tra tante belle notizie per il mondo hi-tech e dell’IT, con utili in ripresa e Nasdaq che lentamente inizia a risvegliarsi, stranamente compare una voce in rosso: Microsoft (ho scritto il link a caso, non so quale sia l’url del sito Microsoft, non l’ho mai visitato e non ci tengo a farlo).

Leggo da Repubblica di sabato 25 ottobre: “Nei primi tre mesi del suo anno fiscale, il gruppo di Bill Gates ha riportato l’utile più modesto dal giugno 2000 e il tiolo ha perso in Borsa fino al 7%“. Adesso, a parte le cifre dei ricavi della casa dio Redmond, la cosa più interessante da sottolineare è quella legata agli investimenti futuri, nella fattispecie la diminuzione drastica dei contratti firmati salle aziende americane per la fornitura di servizi lato web e server: “Ma, a impressionare negativamente gli investitori è stata la diminuzione dei contratti pluriennali con le grandi aziende, quelli che garantiscono gli incassi per gli anni a venire. Secondo la società, a causare la disaffezione di molti clienti sarebbe stato un virus che, eludendo i sistemi di sicurezza, lo scorso agosto aveva causato su centinaia di computer la perdita di numerosi dati“. Ergo: meno contratti adesso, meno soldi in futuro.

Allora, a parte il fatto che le aziende (almeno spero per loro) non perdono alcun dato se sono intelligenti ed oculate, avendo a che fare con sistemi Microsoft (i>leggi: un buon backup quotidiano lo consiglia ormai anche il medico), è inoppugnabile che il calo dell’appeal e del fascino di Microsoft siano sotto gli occhi di tutti: molti fruitori, oltre alle aziende ovviamente, “normali” (non i classici smanettoni per intenderci) iniziano a pensare al passaggio Microsoft -> GNU/Linux, proprio imbestialiti da falle varie o perchè si sono resi conto – di solito sulla propria pelle, di cosa singifichi avere a che fare con sistemi inferiori, fragili, insicuri. Esempi? Dotcoma, per farne uno. Bella la segnalazione di Giorgio Baresi a questo interessante ed utile sito, che permette il demo di una distribuzione GNU/Linux (Red Hat 8).

Google all’asta:

Sembra che il mercato delle aziende hi-tech stia stranamente tornando di moda. Sembra essere testimonianza di questo risveglio il pazzesco ammontare di guadagni e utili fatto registrare da molte società statunitensi negli ultimi mesi, come Google e Yahoo! (la prima sarà a breve quotata in Borsa – si parla di un valore tra i 15 e i 25 miliardi di dollari – secondo un meccanismo di asta online dei propri titoli). Google fattura 500 milioni di dollari, e ha un utile netto di 150 milioni, un 30% quindi del proprio ricavo.

Una quota considerevole, anche se l’asta online è stata pensata dai ragazzoni californiani (Sergey Brin e Larry Page, sui quali ci sarebbe una storiella interessante da raccontare..) proprio per non cadere nel vecchio errore di avere un valore borsistico troppo sbilanciato ed eccessivo, mentre online la determinazione della domanda e dell’offerta, e il relativo punto di equilibrio saranno dati proprio dalle richieste e dalle indicazioni degli utenti. Democrazia: fino ad un certo punto, ma democrazia. A proposito, qualcuno che sta leggendo comprerà azioni Google?

La Kournikova finalmente ha capito il suo ruolo nella società:

Leggo (via Massimo Bernardi — e Espn tennis) che finalmente Anna Kournikova sembra aver compreso, interiorizzando il messaggio non troppo subliminale lanciatole dalla sua stessa carriera, il suo ruolo sociale: sicuramente non quello di giocare a tennis….

I’d love to appear in something like ‘Sex and the City’ or ‘Friends.’ I get offered lots of those sorts of jobs, but I’ve never had time to pursue them because of my tennis.” Forse se ne è accorta, insomma…

Il gioiello:

E’ uscita la nuova versione del gioiello di casa Apple: eccolo qui.

With its extra long battery life, compact size and ultralight weight, the iBook G4 can accompany you everywhere. And with a choice of 12.1-inch or 14.1-inch displays, turbocharged 800MHz, 933MHz or 1GHz PowerPC G4 processors, 30GB, 40GB or 60GB Ultra ATA/100 hard disk drives, 256MB of RAM expandable to 640MB — plus optional AirPort Extreme wireless networking and optional built-in Bluetooth wireless peripheral connectivity as well as conveniently located FireWire, USB 2.0 and Ethernet ports — the iBook gives you astonishing performance in a stunning design. ” — E qui trovate tutte le altre caratteristiche tecniche.

Il cyber treno? In Italia?:

Leggo che verranno introdotte sui nostri treni, in via sperimentale almeno all’inizio e poi gradualmente su Eurostar e Intercity, “postazioni internet e di tv digitale“, con le solite duemile funzioni promesse che poi regolarmente nessuno usa, finendo per guardare la posta o l’ultimo calendario pubblicato.

Ma, chi ha visto la puntata di Report dedicata alla situazione ferroviaria italiana, si sarà potuto accorgere che prima di arrivare anche solamente alla tv digitale e internet sui treni bisognerebbe iniziare a risistemare le duemila gravi falle sia a livello di sicurezza sia a livello di infrastrutture di cui soffre la rete. A parte il binario unico e in molti casi nemmeno controllato periodicamente presente in molte zone d’Italia (vd. anche incidente in Sicilia), Report ha mostrato come i telefonini non funzionino in galleria e come non esista una modalità di collegamento telefonico fissa sul treno per comunicare con la centrale operativa, di come le gallerie siano peggio della morte stessa, senza illuminazione, misure adeguate e bocchettoni antincendio che non funzionano. Senza contare lo stato di completa incuria in cui versano i nostri treni (scarsa igiene, mancanza di manutenzione, ritardi stratosferici, prezzi troppo elevati per il servizio offerto ecc.), unito ad una modalità di sicurezza del conducente del treno assolutamente inesistente, per cui se abbiamo del culo non succede niente, se qualcosa va minimamente storto siamo tutti nella merda (vd. l’ultimo incidente di Casalecchio).

E adesso mi vengono a parlare di tv digitale e internet sui treni? A me andrebbe benissimo, ma penso che prima ci siano cose più importanti da sistemare, molto più importanti.

Rumsfeld in crisi esistenziale:

Oggi, sul “Corriere della Sera”, viene riportata la pubblicazione di un memorandum (che naturalmente doveva essere “confidenziale”), nel quale Donald Rumsfeld si domanda in modo amletico: “Stiamo davvero vincendo?“.

Rispondo io per tutti? Ok: no, mr.Rumsfeld, lo state nuovamente prendendo in quel posto per l’ennesima volta. Con un’unica differenza rispetto ad altri paesi: anche questa volta riuscirete a guadagnarci qualcosa. Un qualche modo lo trovate…

Software classista:

Leggo da “Repubblica” di martedì 21 ottobre: “Più di 500 aziende britanniche, infatti, classificano segretamente clienti e consumatori sulla base del reddito: i ricchi vengono messi in cima a qualsiasi coda telefonica, ricevendo un trattamento improntato alla massima cortesia ed efficienza; i poveri vengono sistemati in fondo e le loro chiamate sono le ultime ad ottenere risposta, se la ottengono“.

Bene, ora abbiamo anche lo sdoganamento esplicito, l’ammissione ostentata, per dirla con Veblen, del classisimo più becero, per di più imprenditoriale e bancario. Tutto ciò grazie ad un software, messo a punto dal gruppo AIT, che mai come in questo caso si rivela non solo ingiusto e inutile, ma anche antidemocratico e incivile. Addirittura, il presidente del gruppo che ha messo a punto il software ha dichiarato, in tutta tranquillità: “Qualunque azienda desidera che i propri dipendenti migliori si prendano cura dei propri migliori clienti. Certo, è meglio se i consumatori sfavoriti non lo vengono a sapere“. E grazie.

Non è detto che una cosa simile non sia già stata importata ed utilizzata in qualche banca italiana: insomma, se vi mettono in attesa e non avete una lira nel portafoglio, almeno sapete il motivo della musichetta infinita…

I 3 moschettieri:

Dai giornali di ieri: “Berlusconi agli alleati: ora come i tre moschettieri“. Insomma, come ha detto poeticamente il premier: “Anche Athos, Portos e Aramis ogni tanto bisticciavano, ma quando affrontavano le guardie di Richelieu sguainavano insieme a D’Artagnan i loro ferri. Come i tre moschettieri di Alessandro Dumas abbiamo tre spade diverse, ma combattiamo tutti per uno e uno per tutti“.

A me sinceramente ricordavano più i tre porcellini, comunque….


Caccia per tutti!!:

Bella le proposte del governo in tema di caccia: due mesi in più all’anno di carneficina consentita e legittimata, quindici specie in più sul taccuino delle potenziali vittime, tra cui alcune in via d’estinzione, e soprattutto la possibilità anche per i sedicenni di possedere regolare porto d’armi e possibilità quindi di sparare. Naturalmente subito smentita quest’ultima ipotesi dal governo, anche se bisognerà controllare il testo di legge approvato per esserne sicuri.

Il bello è che tra i principali oppositori a questa bozza di legge, oltre ai soliti “fanatici ed estremisti-catastrofisti” ambientalisti e animalisti, ci sono proprio i cacciatori, cioè i principali beneficiari della legge stessa, che dicono: “Questa è barbarie venatoria” (Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia). Pensa se lo dicono loro…

Fallimenti della famiglia e ruolo delle carte di credito:

Su Repubblica di venerdì scorso, c’era un pezzo di Federico Rampini che presentava una ricerca condotta da una docente di diritto fallimentare di Harvard, Elizabeth Warren, intitolata “The Two-Income Trap“, la quale in parole povere ha scoperto a livello empirico quanto sia presente a livello statunitense la pratica del fallimento individuale, anticamera di quello di tutta la famiglia, permessa dalle leggi americane.

Rampini presenta le varie cifre che la docente porta a sostegno della sua tesi, e spiega come “le montagne di debiti accumulati sulla Visa o sulla Mastercard non sono spese voluttuarie: servono ad arrivare a fine mese“.

Alla stessa conclusione era arrivato, nel 2000 in un libro dal titolo “La religione dei consumi“, pubblicato per i tipi del Mulino, anche il sociologo americano George Ritzer, che chiamava questo preoccupante fenomeno emergente “implosione dei guadagni passati, presenti e futuri“, , che metteva guarda caso sotto accusa la dilagante moda soprattutto statunitense di indebitarsi “grazie” alle carte di credito, e al fatto che l’economia statunitense si fondasse proprio su questo indebitamento permamente e strutturale. Ritzer lanciava anche una provocazione:

Se davvero molti di noi eliminassero i debiti derivanti dall’utilizzo di carte di credito e iniziassero a vivere secondo i propri mezzi l’effetto sull’economia sarebbe disastroso“.

Voi che dite? Distrae un iBook?:

Negli Stati Uniti, a differenza dell’Italia dove non ci poniamo nemmeno lontanamente la questione, la polemica, alla Gunderson High School di San Jose, riguarda al momento l’opportunità o meno di dotare ogni iscritto di un iBook Apple….(via Mercury News)

C’è chi sostiene che distrae i ragazzi dai loro veri doveri, che sono quelli di studiare, invece di giocare con il computer, mentre c’è chi controbatte che è proprio dotando ogni studente di uno strumento utile allo studio che lo si metterà in grado di aumentare la propria conoscenza e il profitto. La Moratti cosa darebbe? Una calcolatrice per l’euro?

Festeggiamo Priscilla 1.0:

Domani, a Bologna, presso il Golem in via S.Martino 3/b, si terrà la presentazione della versione 1.0 di Priscilla, interessante progetto nato pochi anni fa e portato avanti dalla piccola ma potente società ferrarese Plasticjumper. Priscilla è anche e soprattutto il motore di Occhiaperti.net, il sito al quale collaboro, oltre a tanti altri che poete consultare sul sito della società. Che dire ai bravi ragazzi che stanno dietro a questa faticaccia? In bocca al lupo, e se vi serve un software che non sia solo un CMS, contattateli, vi saranno d’aiuto. (Il tutto è open source….e non guasta)

Verisign riprende la marcia:

Vi ricordate di Verisign, la nota società che ri-mandava a propri siti i malcapitati che sbagliavano ad immettere l’url del sito? Bene, poco tempo fa aveva annunciato, a causa di un’inchiesta incombente, la cessazione di tale abominio.

Notizia di ieri è che: “Claiming that their own independent examination of their controversial redirection service has found ‘no security or stability problems’, and that ‘Internet users consider the service a helpful tool to navigate the web’, Verisign has announced that it will give a 30- to 60-day notice before resuming the SiteFinder ‘feature’ that it voluntarily shut-down a couple of weeks ago.” — (via Slashdot — e — Punto Informatico)

Blair è sempre primo….nelle classifiche sbagliate:

Da quando è al governo con il suo New Labour Party, il bravo Tony è riuscito in un’altra grande impresa dopo quella di essere più a destra di Meggie pur dovendo sembrare di sinistra: è riuscito infatti a sorpassare addirittura gli Stati Uniti (e quindi non pizza e fichi) nella speciale e triste classifica, chiamata “Conventional arms transfers to developing nations“, che è stata presentata pochi giorni al Congresso degli Stati Uniti. I quali sicuramente sono rimasti veramente amareggiati di questa sconfitta inattesa, rimanendo ad un misero 65 % delle loro esportazioni belliche nel Terzo Mondo. L’Inghilterra invece batte tutti: bel 87,5 % di esportazione in Africa e dintorni. Più guerre ci sono, più Tony ci guadagna insomma.

Lo scorso anno infatti Tony è quasi riuscito nell’impresa di chiudere la bilancia tra entrate di armi e uscite in fondi di aiuto al Terzo Mondo in guadagno: ha visto entrare circa 3 miliardi di sterline in vendita di armi, e uscire purtroppo 3,3 miliardi in aiuti allo sviluppo dei paesi più poveri. “Mannaggia, quest’anno ci riprovo“, sembra siano state le parole di Blair all’annuncio del mancato guadagno.

Quando vai a toccare gli americani sulla pena di morte…:

Non la prendono bene. E’ successo questo: due anni fa (per l’esattezza) il sindaco parigino Delanoe conferisce la cittadinanza onoraria (l’ultimo era stato Picasso nel 1971) a Mumia Abu Jamal, condannato diversi anni fa alla pena capitale con l’accusa di aver ucciso un poliziotto, Daniel Faulkner, nel 1982. Inutile dire che il processo non sia mai stato riaperto, anche dopo le clamorose rivelazioni del 1999 di un certo Arnold Beverly, che ha affermato di aver ucciso lui il poliziotto, su ordine della malavita locale.

Praticamente non se ne accorge nessuno della cittadinanza onoraria a Mumia Jamal, fino allo scorso 4 ottobre, quando il sindaco parigino riceve Angela Davis, ex-delle pantere nere e rappresentante del comitato per la liberazione di Mumia, nella cerimonia ufficiale di conferimento. E lì scoppia il finimondo: gli americani la prendono a dir poco come un’offesa, o come un modo per sputare ancora una volta addosso al “traditore” francese (come ha affermato con disprezzo il Wall Street Journal) dopo le ultime vicende della guerra all’Iraq. Praticamente non c’è stato organo di stampa che non abbia rimarcato in modo negativo la decisione di Delanoe di concedere la cittadinanza a Mumia Jamal. Quando gli tocchi la pena di morte….

Repubblica scherza con Michele Serra:

“Redazionalmente Corretto” – Rec. Repubblica di ieri (pagina 4 del “Foglio”), scova uno sfogo semi-melodrammatico di Michele Serra nel suo riquadro quotidiano ospitato dal quotidiano diretto da Ezio Mauro, chiamato “L’Amaca”. Ieri Serra se la prendeva infatti con la pubblicità di una rivista maschile (Maxim- nota mia) che aveva sbattuto in copertina una “signorina” nuda coperta solamente da due scritte su seno e pube: “Gratta…” in alto, “e vinci” in basso. Serra si struggeva poi l’anima riflettendo sulla causa della sua incomprensione nei confronti dell’ironia “dei miei contemporanei….“.

Tutto questo a pagina 14 di “Repubblica” di ieri. In effetti, come segnala il “Foglio” nella sua rubrica al vetriolo, basta voltare lo sguardo a pagina 15 per notare come i vertici di Repubblica abbiano o volontariamente o involontariamente commesso una delle più belle gaffe mai viste su un giornale. In pratica a pag.15 c’è esattamente, in basso a tutta pagina, la stessa pubblicità (di Maxim) con la stessa donna e la stessa ironia malsana e ignobile da “Gratta e vinci” contro la quale aveva appena tuonato il bravo Serra.

Si vede che a Repubblica cantano: ma che ce frega, ma che ce importa…..(di quello che scrive Serra)

L’Adsl del Cern….e Punto Informatico:

Al Cern ogni tanto se ne escono con queste minuziose trovate, destinate nella maggior parte dei casi a modificare le nostre abitudini e il nostro modo di vedere le cose. Per esempio, senza tornare indietro a Berners-Lee con il World Wide Web, in quanto tempo scaricate un film o un file musicale dalla rete? (sempre senza essere beccati dalla RIAA…)

Dimenticate tutto: al Cern vi promettono passi in avanti decisamente promettenti: “Dal Cern una connessione 20 mila volte più rapida dell’Adsl. Permette di scaricare un cd musicale o un dvd in pochi istanti. I ricercatori: “Nel futuro, collegamenti da 10 gigabit al secondo”.

La seconda notizia positiva del giorno è questa: “Per raggiungere questo scopo, le università, i governi e l’industria hanno deciso di ritornare allo spirito che portò alla creazione di Internet quasi mezzo secolo fa dando vita al consorzio Internet2″.

Infine, un ringraziamento a Punto Informatico per avermi segnalato nel numero odierno.

La vera lettera…:

Eccola qui, eccola…questa sì che è una lettera come si deve, per una volta il nostro premier ha detto le cose come stavano. Bravo! E poi ha ragione anche sulla sinistra, che se ci fosse lei al governo sulle pensioni avrebbe fatto esattamente le stesse cose…(vedi qui)

Sfruttamento del lavoro…:

Ieri sera, alla festa di “Together” al Museo dell’Architettura (con un buffet delizioso….uh), mi sono rivisto, insieme alla mia dolce metà, “Bowling for Columbine” di Michael Moore. Bel film, niente da dire.

La cosa buffa è che ad un certo punto del film parlano dell’inutilità del programma “Welfare al lavoro” (non so se vi ricordate), dicendo che le madri devono stare tutto il giorno lontano da casa e dai loro bambini, solo per guadagnare pochi dollari al’ora. Per la precisione, la signora di cui si parla ne prendeva 5.80.

La mia dolce metà e io ci siamo messi a ridere: la scorsa settimana a lei, in un call center, per un part time ne avevano offerti 2.80….

Una seconda buona notizia:

Ieri avevo dato una cattiva e una buona notizia su sistemi GNU/Linux: oggi ne sono venuta a sapere solo una buona, quindi tanto meglio: “SuSE nelle scuole italiane? Il distributore tedesco di Linux vara un programma education per arrivare sul mercato scolastico, puntando su prezzi più bassi delle piattaforme proprietarie” (Punto Informatico)

Una cattiva e una buona notizia:

Prima la cattiva o prima la buona? A casa mia si dice sempre prima la cattiva. Eccola qui: “Windows cresce, nonostante Linux” (qui, in tutti i casi nelle piattaforme GNU/Linux non è stata contata Debian, in quanto solo gratuita).

E quella buona? Eccola: “Lo scorso anno Windows e Linux hanno entrambi goduto di un trend di crescita positivo: IDC riporta che mentre Windows è passato dal 50,5% del 2001 al 55,1% del 2002, Linux è passato, nello stesso arco di tempo, dal 22,4% al 23,1%. Per il 2007 la società di analisi prevede che questo trend continuerà ad essere favorevole anche per il Pinguino“. Speriamo a questo punto che il trend positivo continui solo per il pinguino e poco per lo squalo assassino di Redmond….

Stasera vado a rivedermi gratuitamente “Bowling for Columbine ” e a vedere una bella mostra con musica e buffet a questa deliziosa iniziativa, organizzata dall’Ass.Culturale Tomato di Ferrara.