Giorgio Parisi sabato su Robinson (Repubblica):
I (Intervistatore): “Ma se la complessità del sistema è caratterizzata dal disordine e dalla imprevedibilità, come si può ridurla a una equazione?”
P (Parisi): “Con la meccanica statistica siamo in grado di formulare predizioni probabilistiche. Cioè non si calcola esattamente il comportamento del singolo atomo, che è perlopiù imprevedibile, ma il suo comportamento in relazione ad altre parti del sistema. Come se dicessi: non valuto l’azione del singolo individuo ma ciò che accade in relazione al resto della collettività. Calcolo la probabilità di certi comportamenti collettivi. La cosa straordinaria è che la fisica della complessità ha reso comprensibile campi di ricerca anche molto distanti”.
I: “Si tratta, in ultima analisi, dell’elogio del disordine”.
P: “Complessità e disordine vanno insieme. Il disordine è ciò che permette al sistema di arrivare all’ordine. Un sistema che fosse definito esclusivamente in base all’ordine dovrebbe allarmarci. Sono i sistemi semplici che tendono all’omologazione e l'”omologazione” – se la spostiamo sul piano sociale – conduce a forme di conformismo o peggio ancora di tirannia. La complessità è una risorsa”