Redmond, accendi le tue fotocopiatrici:

A parte tutte le polemiche legate a copie da parte di Cupertino di Konfabulator, la suite di mini applicazioni che permettono di tenere a portata di clic tutte le principali risorse del computer, Apple ha presentato al Worldwide Developers Conference (WWDC) di San Francisco una pre-pre-pre release delle future funzionalità di Tiger, la nuova versione del suo sistema operativo after-Panther [via Punto Informatico].

Gli slogan contro Microsoft sono caustici ed assolutamente azzeccati, anche se a mio parere andar solo contro a testa bassa come al solito non pagherà, e molta gente non si fiderà degli annunci della Mela, ritenuti forse troppo sbruffoni e “geek” per la massa.

Io invece sono soddisfatto di ciò che si è sentito dire in Rete sulle 150 nuove funzionalità del sistema, sulle sue prestazioni e sulle novità che porterà con sè: da Dashboard appunto, simile se non identico negli strumenti al Konfabulator sopra citato, a Spotlight, “un nuovo strumento di ricerca che” – come afferma Punto Informatico – “fornisce funzionalità avanzate per trovare file e documenti. Il software è in grado di “fiutare” le informazioni che si trovano all’interno dei file con formati supportati, quali Office, Adobe Acrobat (PDF) e Photoshop, o dei “metadata”, consentendo in questo modo di compiere ricerche in base ad autore, proprietario, bit-rate, ecc“. Molto interessante.

Le altre novità dovrebbero riguardare iChat, con nuove modalità di supporto di multi-chat, Safari, nel quale sarà prevista la funzione di supporto RSS (e i weblog in questo a mio parere hanno svolto una fantastica funzione di apripista), e la versione server, che supporterà anche uno strumento di pubblicazione di weblog.

Retromarcia?:

Gli ultimi dati descrivono un orizzonte nero dove gli sprazzi di luce sono lontani e sporadici. Ma ci sono, e questo induce ad un ottimismo figlio della cautela. Forte frenata dell’IT. Stanca: miglioreremo” [via Punto Informatico].

Sinceramente io di ricerche del genere non so che farmene, non mi dicono più di ciò che già so, e soprattutto non affrontano mai le possibilità di sviluppo legate al mondo open source. Dati su dati che alla fine, se non sono interpretati nel modo giusto, non hanno altro senso se non quello di fotografare l’esistente, senza proporre nessuna strada d’uscita per il futuro, o almeno tentare di aprire una strada.

Potrà essere – la mia – anche una posizione eccessiva e di parte, ma rimane comunque il fatto che non vedo in questi rapporti uno strumento di trasparenza ed utilità per l’intero comparto ICT.

Ma magari!:

Che bello sapere che Mr.Gates ha deciso di aprire il suo weblog! Sarebbe fantastico sapere direttamente dalla sua tastiera quanti virus si è beccato in un giorno, quante backdoor ha trovato, quante volte gli è andato in palla Word…sarebbero bei momenti.

Bill’s blog won’t be all business, either. He’s expected to share personal details such as tidbits from recent vacations, according to tech pundit Mary Jo Foley’s Microsoft Watch newsletter. Citing unnamed sources, she reported yesterday that Gates is about to start blogging “real soon now” [via Seattle Times, via Instapundit].

Le imprese non amano l’IT:

Ho letto con interesse, anche se ovviamente partendo da una posizione di parte, il botta e risposta tra Paolo Valdemarin e Mr.Reset sul ritardo informatico/culturale delle imprese, piccole e medie, italiane.

Sono d’accordo con molte delle opinioni espresse in merito da Paolo, ma penso che il racconto di una esperienza personale aiuti nell’approfondire il discorso: lavoro, come saprete ormai, da alcuni mesi per una piccola software house di Ferrara chiamata Plastic Jumper, che produce servizi di mille tipi ma soprattutto un ottimo cms aperto (con una licenza etica molto innovativa, chiamata UPA), Priscilla.

Bene, l’anno scorso i ricavi per l’azienda non sono stati incoraggianti, mentre in quest’ultimo periodo le cose sembrano essere rientrate in carreggiata, anche se non è possibile ricondurre i recenti buoni risultati ad un risveglio della coscienza informatica delle aziende locali. Lavoriamo più per grossi Enti ed Associazioni che per la miriade di piccole e medie imprese che costellano il territorio circostante. In particolare, le ultime due aziende che ci hanno contattato per ricevere i nostri servizi erano di grosse dimensioni, non sicuramente paragonabili a quelle della maggior parte delle imprese italiane.

Il “caso” personale, capitato due mesi fa circa, riguarda una associazione di categoria della città con la quale eravamo entrati in contatto per proporre sia servizi web che su lato server: arriviamo nell’ufficio del responsabile-IT, che chiaramente, dopo le prime battute, ci spiega come lui stesso, come fornitore di servizi web per le aziende associate, si fosse accorto della bassissima attenzione e dei minimi investimenti che le aziende concentravano sull’innovazione tecnologica e sulla ricerca di nuove modalità di organizzazione del lavoro.

Ci eravamo poi lasciati con l’accordo di fornire loro solo due server GNU/Linux da affiancare ai loro proprietari, per mostrare le loro reali potenzialità e le posssibilità di risparmio connesse. Ma di investire, tramite loro, nelle aziende locali nemmeno l’ombra. Alcuni numeri concessi dall’associazione: 5500 aziende associate, 140 siti web costruiti e messi online negli ultimi 5 anni, 700 webmail e server di posta attivati. Basta.

p.s: Come fanno gli ammerriggani fighi, che lavorano nelle aziende fighe, anch’io mi accodo al politically correct aziendale, con la seguente frase liberatoria nei confronti del mio capo che legge il blog:

Lavoro presso la Plastic Jumper snc. Le opinioni espresse su questo weblog sono puramente personali, e non sono necessariamente affiliate con quelle di Plastic Jumper nè con quelle dei suoi componenti“.

Scherzi di Vodafone:

A parte l’sms inviato dal Pr.Cons.Min alla vigilia del voto per le elezioni europee (e meno male che non abito a Milano, altrimenti mi sarei cuccato anche quello della Colli), Vodafone fa nei confronti del sottoscritto una ulteriore madornale caduta di stile.

Ho infatti ricevuto – da circa 10 minuti – un sms con questo testo:

Dal 12/6 segui gli europei e la nazionale italiana direttamente sul tuo cellulare con i nuovi servizi MMS di VodafoneLive! Per info chiama il n.gratuito 42..“.

A parte Vodafone, per rincarare la dose sull’incredibilmente pessima conduzione sia ai mondiali sia agli europei da parte del nostro “condottiero magico” alias mr. Giofani Trapattoni, prendo a prestito una frase azzecatissima di Chettimar, che recita [via Gaspar Torriero:

“in Italia, uno come Rooney sarebbe marcito per secoli in Under21”

Concordo assolutamente, basta anche solo vedere dove ha giocato quest’estate il capocannoniere italiano del nostro campionato…

Dov’è il vero spirito della Rete?:

Da Giorgio vengo a sapere il perchè in queste ultime settimane non riuscivo più a connettermi, tramite il mio programma di instant mess, al mio account di Yahoo.

Il fenomeno non è sicuramente separato da altri, o così isolato nel panorama delle innovazioni online: andiamo da mega multinazionali che ormai hanno inteso la strada dell’innovazione, dello sviluppo e della ricerca unicamente in funzione di chi ce l’ha più grosso (lo spazio di casella mail) e di chi riesce a gabbanare meglio il mercato in Borsa, passando per gestori e provider di connettività nazionali (vedi Libero, Tin-Virgilio ecc) che non permettono l’invio di posta ai loro account di posta se non si è in possesso di una loro tipologia di contratto di banda larga, per finire con l’incomunicabilità totale tra parametri, strumenti e soprattutto persone.

Non ho la stessa fiducia nel futuro dell’open source che ha per esempio Giuseppe, se le cose in Rete sembrano andare nella direzione completamente opposta e le forze che in passato sembravano poter dare una svolta all’intera filosofia di utilizzo delle risorse della conoscenza e del sapere sembrano schiacciate in un angolo da leggi e regolamenti al limite della presa per il culo.

Diciamocelo chiaramente: solo in pochissimi Paesi la Rete viene utilizzata per sfruttare un numero elevato delle risorse e delle funzionalità che mette a disposizione, mentre in molti altri (compreso il nostro) a parte loghi, suonerie, tette, culi e uova di Virgilio non è che si vada. Distribuzioni libere GNU/Linux rimangono ancora troppo complicate per un numero vasto di utilizzatori, e molte delle cose che si potevano fare in precedenza a livello di sviluppo e di programmazione sembrano poter andare distrutte definitivamente nelle loro prospettive dall’entrata in vigore della legge europea sulla brevettabilità del software. Insomma, la situazione a mio parere non è del tutto rosea, anche se spero che le nicchie di “resistenza” informatica e di veri utenti della Rete nel suo senso originale vengano allo scoperto al più presto e riescano sempre più ad intervenire nelle scelte dei singoli governi e centri decisionali, soprattutto se in Europa e in Italia dovessero prevalere maggioranze di centro-sinistra. Nella mia Regione qualcosa si è fatto…

Ci sono, e osservo..:

Non sono stato in ferie, o viceversa ho deciso tutto ad un tratto di chiudere questo blog: mi sono solo preso una pausa (su questo spazio) per seguire alcuni progetti di lavoro che mi stanno completamente assorbendo, e sui quali magari tornerò più avanti. Intanto, stando “fuori”, ho avuto modo di osservare alcune (non tante per la verità, per il poco tempo a disposizione) delle cose successe in questi giorni nel nostro paese e fuori, ho passato il weekend elettorale come al solito rinchiuso per tre giorni in un seggio a fare il presidente, ho lavorato cercando di dare il meglio, e sembra che le cose anche per PJ stiano iniziando a girare al meglio.

Mi ha fatto ridere questo post di Massimo, mi ha fatto molto piacere l’elezione di Alessandro, mentre sono dispiaciuto per la delusione di Giuseppe. Ma come ha affermato lui stesso, il modello che è partito, da noi dopo che da altri, quello della partecipazione attiva che tanto a mio parere ha aiutato anche il grande Cofferati a Bologna, è quello giusto, in Rete come offline. Proviamo a continuare così, trovandoci, parlandone, costruendo.

Non sono belle notizie…:

Mentre saltano fuori exploit che permetterebbero di mandare in crash diversi kernel e corrispettive distribuzioni GNU/Linux (cosa assolutamente sconveniente e malsana), che di sicuro dovranno essere tenuti in grande osservazione dall’intera comunità del software libero per non essere accusati di grave insicurezza del sistema, non si capisce allo stesso modo dove si andrà a finire di questo passo nella lotta tra gestori di servizi di mail gratuite: è partita Gmail, e adesso tutti dietro a fare la fila, tentando colpi al rialzo ormai ridicoli.

In ricordo di un politico, ed un uomo, d’altri tempi:

Vent’anni moriva Enrico Berlinguer. Un uomo, prima che un politico, di altri tempi, sobrio, responsabile, fiero, giusto. Uno degli ultimi veri politici.

“I partiti politici non possono ridursi ad adagiarsi sulle posizioni della parte più torbida e tarda del loro elettorato. Questo significherebbe una abdicazione alla funzione che dovrebbe essere propria di tutti i partiti democratici, cioè quella di guidare, promuovere, formare una coscienza politica più avanzata” [Aula di Montecitorio, 20 febbraio 1976].

“E’ giunto il momento di affidare la sicurezza non più soltanto agli equilibri militari, ma ai rapporti politici ed economici di cooperazione. L’equilibrio del terrore non basta più a garantirla e rischia, anzi, di diventare fonte di insicurezza e di conflitto” [Aula di Montecitorio, 5 dicembre 1979].

Frasi di trent’anni fa che oggi come non mai risuonano di grande attualità, di grande lungimiranza e di monito per questa triste, scialba e spenta sinistra.

Esce il nuovo G5:

Da ieri è disponibile la nuova versione del Power Mac G5, un modello che sicuramente aveva bisogno di un rilancio nella strategia di Apple. Non si può infatti puntare solo sul successone dell’iPod, pur importante e fondamentale per la supremazia nel campo dei lettori. Ora è stata rinnovata la gamma dei portatili, con nuovi iBook e PowerBook, e quella dei desktop con nuovo eMac e PowerMac.

Resta solo da vedere il responso del mercato, e se l’effetto iPod si farà sentire. L’unico peccato nell’uscita del nuovo PowerMac (soprattutto per i puristi della mela) riguarda il sistema operativo: è stato eliminato infatti il vecchio “classic” Mac Os X 9.

Guarda caso…:

C.V.D: Come Volevasi Dimostrare sono saltati fuori 2-3 giorni prima delle elezioni i tre ostaggi italiani in Iraq. Ovviamente è tutto puro caso, e gli elogi al presidente del consiglio così bravo, i pianti, la gioia tricolore patriottarda e gli slogan ad effetto si sprecano con assoluta ovvietà italiana.

E’ un vero schifo, come al solito, a parte la doverosa ed assolutamente legittima gioia dei familiari degli ostaggi per l’avvenuta liberazione, e di ogni persona di medio buon senso per l’avvenimento.

E’ tutto il contorno che schifa, che fa vergognare, la messa in scena sempre troppo perfetta, Berlusconi che sta volando al G8 e parla in diretta al Tg5 e poi in radio con i parenti, mentre sembra uscire una liberazione ad opera degli americani. E’ un banale modo per dire agli italiani creduloni: “Ecco, vedete? Ho fatto le cose giuste, la linea della fermezza è stata vincente, la guerra in Iraq è una giusta missione di pace, la situazione adesso è ottima, la sinistra ci avrebbe portati alla rovina”, bla bla bla.

Altrettanto ovvio che a fine Ottobre, appena prima delle elezioni statunitensi, salterà fuori come per incanto Osama bin Laden. Assicurato.

Altrettanto ovvio è il fatto che la liberazione dei tre ostaggi sfigati sarà un totale punto al merito per Berlusconi, destra e americani, mentre ciò che di buono ha per esempio fatto Gino Strada nei contatti con i capi della resistenza irachena passerà in assoluto silenzio su ogni media non-indipendente sulla faccia della terra.

Elezioni open source in Italia, solo in conferenza stampa però:

E’ di oggi la notizia, illustrata durante una conferenza stampa dal Ministro Stanca, dell’introduzione anche nel nostro paese della sperimentazione del voto elettronico alle prossime elezioni europee in programma il 12 e 13 giugno.

La cosa particolare, anche abbastanza sbandierata come onore al merito in conferenza stampa, è che il software che rende possibile il voto elettronico sembra essere (e dopo capirete perchè dico “sembra”) open source:

Il software incaricato di elaborare i risultati, già utilizzato in una recente sperimentazione in Sardegna, è open source. “Non si tratta di un giudizio di merito sulla superiorità del software libero rispetto a quello proprietario”, ha precisato il ministro. “E’ una questione di trasparenza: con l’open source qualunque forza politica potrà esercitare il diritto di conoscere i criteri con i quali è stato scritto il programma“.

Immediatamente, sulla lista di discussioni di Assoli però, esce questa mail, che non lascia molte speranze su quanto possa essere “open” il codice utilizzato:

Bisognerà chiedere al ministero dell’interno e al ministro stanca.

Teniamo a mente che il software può essere tranquillamente rilasciato

con licenza libera ma non pubblicamente accessibile. Mesi fa la fsfe cominciò a chiedere informazioni al ministero, ma l’unica risposta che arrivò non lasciava intendere assolutamente niente di buono
“.

Mentre in questa mail sono arrivate alcune informazioni aggiuntive, rimane il fatto che non è possibile sbandierare ai quattro venti, solo perchè si è in campagna elettorale, il fatto che un software sia open source senza al contempo rilasciarne il codice sorgente in qualche mirror per la sua consultazione. Non è proprio corretto legalmente tra l’altro, oltre che eticamente inaccettabile.

Partiti, server, e incongruenze:

Ieri parlavo con i miei compari di PJ sulla vicenda dei server bucati di Forza Italia, che hanno portato al defacement del loro sito web.

Partendo dal sito di Netcraft, abbiamo potuto fare alcune interessanti scoperte sui partiti italiani, su che server utilizzano e sulle incongruenze etiche che ne derivano. Salta fuori ad esempio che partiti come Rifondazione Comunista, Ds, Margherita ecc, hanno server su Microsoft, mentre Forza Italia e Verdi stanno da sempre su Apache GNU/Linux.

Ieri c’era chi sosteneva che questo fatto potesse dipendere dalle differenti possibilità economiche o volontà di formazione e aggiornamento: in sostanza quelli di Forza Italia possono permettersi di prendere a servizio una ditta esterna che gli segua il server e i sistemi liberi installati, mentre i Ds o la Margherita no, oppure questi ultimi cercano solo la “comodità” della minestra già pronta Microsoft. Per i Verdi ad esempio il discorso non si pone: hanno competenze interne tali da riuscire a gestire in casa il sistema server/web, senza dover chiedere nulla a nessuno.

Per Rifondazione ad esempio (ma anche per altri partiti di sinistra) il discorso è un pò più complicato: a mio parere, grazie in particolare agli appoggi/conoscenze che hanno all’interno dei vari centri sociali nei quali esistono hacklabs, potrebbero tranquillamente appoggiarsi (anche “in nero”, cioè senza fare pubblicità alla cosa) a

gruppi di programmatori o hacker disposti ad installare e gestire un server libero per loro. Non lo fanno, perchè? Perchè parlare tanto di consumo critico e di boicottaggio di multinazionali varie, quando si paga fior di quattrini per un server Microsoft? Soprattutto poi quando Forza Italia gira su GNU/Linux….

Forza Italia su server GNU/Linux:

Non è tanto il supposto defacement del sito di Forza Italia ad impressionarmi o a sorprendermi (sempre che non siano stati loro stessi a auto-defacciarsi), quanto il fatto (sul quale però devo ancora trovare conferme certe) che il server sul quale è appoggiato il sito di Forza Italia sia Apache/Linux, non Windows.

Sarebbe infatti molto disdicevole un secondo incontro tra Berlusconi e Gates con quest’ultimo che chiede spiegazioni in merito…

Culture digitali, e manifestazioni locali:

Oggi è il giorno sia della visita del guerrafondaio Bush, sia dell’attesissimo convegno (al quale – ripeto – avrei partecipato più che volentieri se solo avessi potuto) “Culture Digitali”, ospitato dalla Facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli in una splendida location e pieno di ottimi contenuti, ospiti e relatori. Da qui sto seguendo tutta la manifestazione, con relativi materiali di approfondimento disponibili in Rete. Questi sono i weblog che adoro!

Venendo invece alla prima forma di manifestazione, sto seguendo in diretta su repubblica e indymedia la diretta di ciò che sta succedendo a Roma, e pare che non tutto stia filando liscio liscio, con le solite “stranissime” coincidenze dei ritardi dei treni e dell’oscuramento di molte radio antagoniste (Radio Onda Rossa e Radio Città Aperta). Fino ad ora comunque la situazione sembra non registrare episodi di particolare emergenza o pericolosità.

Visto che non posso essere presente nè all’una nè all’altra manifestazione, mi “accontenterò” di partecipare alla fiaccolata per la pace organizzata nella mia città da varie sigle sindacali e dell’associazionismo. Cerchiamo insomma di dare il nostro piccolo contributo, dal basso e localmente, alla causa, e visto che siamo tra le prime città europee per numero di biciclette per abitante manifesteremo in modo molto “critical mass“, senza organizzazione e senza “categorie”. Da noi la critical mass c’è tutti i giorni.

Imparando con Fink:

Una delle cose che più mi sta affascinando grazie al mio avvicinamento graduale a sistemi GNU/Linux (poco) e Unix (molto di più, grazie al Mac) è la crescita della voglia di imparare a compilare programmi applicativi liberi direttamente dal terminale, una cosa che sinceramente con Windows non mi era mai passata nemmeno per l’anticamera del cervello.

Non sono assolutamente in grado per il momento di fare chissà che cosa, sto solo cominciando con molta gradualità a farmi insegnare, e a leggere online, i comandi e i trucchi per poter gestire da shell e a riga di comando un computer. E devo dire che, a parte difficoltà e intoppi vari, è un divertimento assoluto, una cosa che tiene assolutamente concentrati e incollati con il cervello a ciò che devi fare, a ciò che non va e che vuoi provare a risolvere. E’ un lavoro sicuramente molto utile anche a livello professionale, dal punto di vista dell’apertura mentale e della maggiore capacità di trovare soluzioni in casi particolari.

In questi giorni, vi dicevo della mia difficoltà nella compilazione di un client di posta libero, Sylpheed, creato in partenza su sistemi GNU/Linux, ma del quale è possibile il porting anche su Unix e derivati. Due giorni fa sono stato bloccato dalla mancanza nel mio sistema (almeno a stare a quello che mi risponde lui) delle GLIB nella versione 1.2.6. Ora, dopo averlo anche installato (nella versione 0.6 però..) scopro che il fantastico editor Fink ha all’interno dei propri ultimi pacchetti aggiornati (ver.0.7) anche Sylpheed. La particolarità di Fink, grazie anche a Fink Commander, è che compila tutto lui per te. 🙂

Apple sforna nuovi modelli:

In puro stile Apple, dopo aver acquistato il mio iBook G4 14″ nel marzo scorso, la casa di Cupertino mi viene a dire che esce con nuovi modelli sia di PowerBook che di iBook che di eMac, naturalmente a prezzi in proporzione minori rispetto ai vecchi modelli, viste soprattutto i miglioramenti apportati a livello hardware.

Da MacWorld di Giugno infatti vengo a sapere che sia PowerBook che iBook verranno dotati di processori più veloci, di maggiore memoria (e possibilità di espansione fino ad 1,25 giga invece che 640), superdrive, scheda wi-fi e modulo bluetooth di serie su alcuni modelli, diminuendo sensibilmente il prezzo (sulla versione base del PowerBook si è passati dai 1918 euro del vecchio modello agli attuali 1798, mentre per la fascia alta dai 3598 ai 3000 euro). Anche gli eMac hanno subito un notevole sviluppo, sia a livello processore (si è passati ad un G4 da 1,25 ghz) che a livello ram (333 mhz), con scheda grafica più veloce (ati radeon 9200) e supporto usb 2.0.

Intanto, voci parlano di una possibile fornitura di dischi da 60giga per iPod da parte di Toshiba, mentre continuano incredibili porting da parte di impavidi sviluppatori.

L’unico porting che devo ancora riuscire a portare a termine sul mio mac è invece quello del client di posta GNU/Linux Sylpheed: ieri ho bloccato l’installazione per problemi con le GLIB, che io possiedo alla versione 1.2.10, mentre “lui” chiede alla 1.2.6. La cosa che più mi fa imbestialire è che alcuni “geni” hanno fatto un porting perfetto di Sylpheed per Windows.

Quando uno è ormai abituato alla politica Apple, prende queste notizie con maggiore tranquillità e serenità…(per il Courier: è solo una prova, ho un gusto molto retrò in questo periodo).

Quelli che…aprono 170 mail tutte uguali:

Sì, succedono anche cose del genere al mondo. Storie di ordinaria normalità anche, da quel che mi si dice. Il fatto è avvenuto circa una settimana fa in una associazione di categoria del ferrarese, con la quale collaboro per alcuni progetti da tempo.

Fatto sta che il responsabile informatico della sede centrale manda – per errore – a tutti i dipendenti non 2-3 copie identiche della stessa mail, ma ben 170. Tutte uguali, tutte identiche, nemmeno una riga in più o in meno. Non chiedetemi come abbia fatto a riuscire in un’impresa del genere, ma c’è riuscito. Ha mandato 170 mail identiche ad ogni dipendente. E fin qui, uno potrebbe dire, vabbè, mica muore nessuno.

E infatti non è morto nessuno (nemmeno licenziamenti), se non il sottoscritto dalle risate, quando è venuto a sapere, da altri colleghi, dell’impresa ciclopica che è riuscito a portare a termine un dipendente, notoriamente negato a livello informatico.

Questo genio illuminato non solo ha aspettato pazientemente che gli arrivassero le 170 mail come tutti gli altri, ma invece di cancellarle automaticamente tutte e 170 come hanno fatto tutti gli altri, ha cominciato una infinita serie di doppio-clic+elimina di ogni santa e benedetta mail fotocopia. Viene narrato che abbia impiegato un’ora e un quarto di apertura e cancellazione di tutte le mail. Le ha aperte e cancellate tutte ad una ad una. Mi mangassero i corvi e gli avvoltoi se non è vero, e giuro che ho riso per un pomeriggio intero al solo pensiero di quest’uomo, curvo sul monitor e armato di un mouse, che pazientemente e in modo fantozziano-tafazziano cancella tutte le mail ad una ad una.

Poi ti credo che Microsoft brevetta anche il doppio clic

Noi siamo sicuri:

Interessante considerazione di Giorgio: dopo le recenti notizie di falle di sicurezza all’interno del sistema operativo OS X di Apple, gli utenti della mela possono ancora ritenersi sicuri e scevri da ogni patema d’animo relativo a trojan, backdoor e virus?

A mio parere la risposta è sì: gli utenti più stilosi e fighi del mondo informatico (!!) possono dormire ancora sonni tranquilli, per un unica e semplice ragione, tanto banale e ripetitiva da risultare quasi un insulto: Apple non è Microsoft, e OS X non è assolutamente paragonabile a Windows.

OS X ha sotto di sè, è basato su questo sistema operativo che, credetemi per esperienza (poca ma buona) è molto ma molto meglio della sua brutta brutta brutta copia copiata di Windows. Una seconda ragione che depone a favore di Apple è la sua velocità nel rispondere ai problemi di sicurezza e la sua trasparenza nel darne pubblicità. Infine, è ovvio che Apple non possa essere considerata alla pari di quel bel bersaglio che è Microsoft. E’ più bello insomma, oltre che più facile, bucare un sistema Windows…e molti infatti ci riescono senza difficoltà ormai fino dai tempi dell’asilo nido.